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Emanuela Barreri
Fermo Immagine

Covid-19: chi più, chi meno abbiamo sperimentato tutti la solitudine.

Una solitudine dentro, una paura del futuro, di non sapere cosa accadrà. Di essere soli a dover affrontare l’ignoto, l’imprevedibile, dietro ad una mascherina che non ti permette di fare le cose che hai sempre fatto e che ti sono famigliari.

Per alcuni è stato un momento di scoperta di sé, un tempo di solitudine ma anche di fermo immagine che ci ha permesso di mettere a fuoco dettagli sconosciuti o dimenticati.

Come l’apprezzare le quotidianità della casa, cucinare, leggere o ascoltare musica. C’è chi ha scoperto di essere sportivo facendo ginnastica quotidianamente davanti alla tv, ginnastica che non faceva mai perché non aveva tempo. C’è chi ha ripercorso la propria vita riguardando le foto o mettendo a posto mobili e cassetti, riportando alla luce ricordi dimenticati da tempo. C’è chi ha capito che è non è vero che non ha il pollice verde ma che è solo una questione di prendersi cura delle piante.

E’ stato un momento di riscoperta di sé, di presa di coscienza attraverso la solitudine del nostro corpo, della nostra mente e di come siamo fatti.

Questo fermo immagine ci ha consentito di conoscerci meglio, di capire che cosa ci piace fare e di come vogliamo essere. E adesso, finita la solitudine, possiamo uscire di nuovo… più coscienti di prima di chi siamo, cosa vogliamo, chi vogliamo vedere.
Per alcuni uscire di nuovo non è facile, stare a casa protegge e ti fa sentire sicuro. Però uscire è possibile, e se recuperiamo le nostre abitudini di prima possiamo farlo con più consapevolezza.
Possiamo scegliere cosa riprendere a fare e cosa non riprendere a fare, chi frequentare, dove andare.

Il fermo immagine ci ha dato la possibilità di conoscerci di più e quindi anche di permetterci di scegliere che cosa ci farà stare bene.

Rabbia, delusione, tristezza. Ansia e inquietudine.

Questo nuovo lockdown frammentato e saltellante sta mettendo a dura prova i nostri stati emotivi.

Non abbiamo voglia di chiuderci in casa, non abbiamo voglia di uscire, non abbiamo voglia di iniziare cose nuove, non abbiamo voglia di nulla.

C’è chi è arrabbiato, tanto, e spacca le cose altrui per sfogare la rabbia. C’è chi invece scarica la rabbia attraverso le parole, scatenandosi in attacchi verbali sul web. Oppure criticando o commentando qualsiasi provvedimento, sia che lo riguardi direttamente sia che non lo tocchi neppure. Praticamente tutti sappiamo che che cosa si sarebbe dovuto fare e non fare, che cosa si sarebbe dovuto chiudere o lasciare aperto.

La rabbia è un’emozione forte, che scarica all’esterno un disagio interiore.

Ma anche la delusione e l’apatia esprimono un’inquietudine che non esce all’esterno ma aleggia dentro di noi.

Questo nuovo lockdown è caratterizzato da un’insicurezza di fondo, è come se fossimo sospesi senza sapere dove andare. Non sappiamo che cosa ci aspetta e la nostra creatività si è ridotta ai minimi termini, l’entusiasmo e la forza per reagire sono soffocati dalla consapevolezza delle nostre fragilità. Combattiamo l’insicurezza facendo finta di niente, continuando ad uscire come prima, con l’unica differenza della mascherina che ci ricorda che il virus è lì fuori che ci aspetta.

Pazienza, umiltà, consapevolezza. Valori e sentimenti.

Per uscire da questa pandemia emotiva dobbiamo attingere ai nostri valori profondi, recuperare dentro di noi il senso della vita. Essere grati per le cose belle che abbiamo o che abbiamo avuto in passato.

Aprirci agli altri, se non è possibile di persona anche in relazioni sul web o telefoniche. Non isolarci ed essere disponibili ad ascoltare i pensieri dell’altro, del diverso da noi.

Nutrirci attraverso il dialogo, la lettura, la musica, l’arte, il movimento.

Essere curiosi delle piccole cose, riscoprire le nostre case e i nostri quartieri, la natura e gli animali.

Accettare di non programmare le nostre giornate o i nostri week end, adattandoci alle restrizioni e ai cambi di programma.

Recuperare i valori del presente ci consentirà di convivere con il virus per tutto il tempo necessario per debellarlo.
E per ricominciare in un futuro migliore, più consapevole ed autentico.